Il progetto

FUTURAHMATra Futurismo e ritorno al classico (1910-1922). Tecniche pittoriche, critica delle varianti e problemi conservativi è un progetto di durata triennale (2013-2016), finanziato dal MIUR (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) nel quadro del programma Futuro in ricerca 2012.

Oggetto

Il progetto intende indagare le tecniche della pittura italiana dei primi decenni del Novecento, con particolare riferimento al Futurismo, alla Metafisica e al cosiddetto ritorno al classico. La rivoluzione futurista germinò sul fertile terreno delle ricerche sulla luce e sul colore avviate dal Divisionismo e si realizzò in un momento cruciale della storia dell’arte, caratterizzato da rapide e radicali innovazioni, anche nel campo delle tecniche pittoriche. L’adozione di materiali industriali, di recente o recentissima introduzione, si intrecciò infatti con il mantenimento o il recupero di procedimenti e materiali tradizionali (tra i quali, ad esempio, la tempera, alla quale da più parti si dichiarò di tornare durante e dopo la Prima Guerra Mondiale).

Le ragioni del progetto

Sebbene il quadro degli studi sulla pittura italiana d’inizio Novecento sia molto ricco, a oggi  non è mai stato affrontato in maniera esaustiva il cruciale capitolo delle tecniche pittoriche, un problema che risulta di fondamentale importanza non solo per la corretta valutazione delle scelte espressive e dei problemi conservativi, ma anche per definire con esattezza il contesto culturale entro il quale si trovarono a lavorare gli artisti tra Futurismo e ritorno al classico.

Obiettivi

Nell’ambito di queste tematiche, il progetto si propone di affrontare alcune specifiche e fondamentali questioni tra le quali il passaggio di consegne tra Divisionismo e Futurismo, il rapporto tra Manifesti e pittura futurista nei primi anni Dieci, così come quello tra pittura futurista e cubista, lo studio dei testi teorici e delle opere della Metafisica e di Valori Plastici.

In campo scientifico gli obiettivi principali del progetto sono la messa a punto di un protocollo analitico che faccia da modello per lo studio delle opere dipinte d’età contemporanea; l’individuazione e la caratterizzazione dei diversi materiali costitutivi i dipinti con tecniche non invasive; la definizione dei marker spettrali rappresentativi delle possibili forme di degrado.